L'opera
Con Veglio il presente, Carla Rugger si chiede “come un bimbo“ la propria essenza, ossia quel che la riveste, nella carne e nello spirito. La domanda è drammatica, filosoficamente collocabile in un“area euristica che richiama, quasi rapidamente, Schopenhauer. Cosa è infatti il “presente“, cosa vuol dire lo veglio? Si potrebbe dire per sfuggire la serietà della domanda, che ci troviamo in un angolo chiuso, dove quel che conta è solo il presente, che la memoria storica “divora dentro“, che il ricordo è solamente passato non più riscontrabile nel presente che mi divora dentro, ma forse è altrove la risposta a questa domanda: poeticamente essa diventa la ricerca dell“immaginario, dell“ordito paziente della mia esistenza.
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