ID Code | 978-88-85098-56-5 |
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Author/s | Maria Grazia Scano |
Illustrator/s | Nicola Monari et al. |
Publisher | Ilisso |
Edition | 1997 |
Pages | 304 (illustrated) |
Size | 25 x 32 cm |
Bookbinding | Stitched hardback with dust cover |
Series | Storia dellŽArte in Sardegna |
Genre | Architecture, art, pictorials |
Format | Paper |
Release language | Italian |
The workLŽopera è firmata da Maria Grazia Scano, docente di Storia dellŽarte nellŽUniversità di Cagliari e già autrice del secondo volume della stessa collana, dedicato alla pittura e alla scultura del Seicento e del Settecento, del quale questo è la continuazione. Il quadro storico vede la Sardegna pienamente inserita nellŽambiente culturale e artistico dellŽItalia sabauda. Dal Piemonte o dalla Penisola in genere giungono gli artisti o le opere dŽarte in grado di rivitalizzare la produzione degli operatori locali. Grande rilievo assumono la pittura di ritratto, che passa dallŽidealizzazione del personaggio a un realismo fotografico che esalta le qualità umane della persona raffigurata, e la scultura funeraria, che annovera statue e rilievi ispirati dalla poesia e dalla letteratura, in particolare dalle correnti simboliste e decadentiste. Fra le personalità artistiche più significative sono da ricordare il pittore Giovanni Marghinotti (che ha lasciato grandi tele a Cagliari, Oristano e Sassari) e lo scultore Giuseppe Sartorio (attivo a Cagliari, Iglesias, Sassari, Ozieri). Gli ultimi decenni del secolo vedono concretizzarsi le grandi imprese di decorazione pittorica di importanti edifici pubblici progettati e sorti nel periodo. Sono alcune delle maggiori sedi di rappresentanza tuttora utilizzate in Sardegna: il Palazzo della Provincia di Cagliari e quello di Sassari, con affreschi rispettivamente di Domenico Bruschi e Giuseppe Sciuti. Speciale interesse riveste il capitolo dedicato ai disegni e ai dipinti dei viaggiatori italiani o esteri, che nel corso dellŽOttocento visitarono la Sardegna, traendone spunto per gustose raffigurazioni di costume, importanti anche come documenti etnografici della cultura popolare, o per affascinanti paesaggi, che spianano la strada allŽespressione artistica moderna di Antonio Ballero, Giacinto Satta e Felice Melis Marini, ultimi rappresentanti di una tradizione ma anche iniziatori del nuovo. |