L'opera
Confesso che ancora mi smarrisco nel labirinto – ombroso in ogni senso – della vostra “sardità“; che, per fare un primo esempio, ancora provo una lieve vertigine per quell“alterno, eterno oscillare dell“anima vostra fra due poli, quasi Scilla e Cariddi, di cui si parla fin troppo. Da un lato, avverto il rischio, la crescente paura che la vostra identità, compresa quella linguistica, finisca stravolta, omologata, per sempre distrutta da fuori o da dentro, e non basti a impedirlo una legge saggia come quella regionale del 15 ottobre 1997.(...) Posso sbagliarmi, ma ho il sospetto che, chi gira come un “molenti“ intorno alla mola della sardità, non arrivi molto più lontano di chi rumina il pessimismo, forse a volte narcisistico, della “finis Sardiniae“. Deve pur esserci un filo dialettico per ordire una trama fra questi due estremi.
|