Codice ID | 978-88-7138-822-9 |
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Autore/i |
Vittorio Gazale Antonella Peddio |
Editore | Carlo Delfino editore & C. |
Edizione | 2015 |
Pagine | 360 (illustrato) |
Formato | 15 x 21 cm |
Rilegatura | Brossura con lembi e cucitura filo refe |
Collana | Personaggi |
Genere | Storia, biografie e araldica, archeologia e preistoria |
Supporto | Cartaceo |
Lingua di pubblicazione | Italiano |
L'operaLa storia travagliata del pastore Bachis Falconi ha indubbiamente il suo fascino e il suo appeal sul versante della mitologia popolare. Sullo sfondo il dramma di un uomo condannato che non smette mai di professare la propria innocenza, fino a quando, nel 1943, dopo 7 anni di carcere duro, completamente sfiduciato, decide di evadere dal penitenziario di Tramariglio e darsi alla macchia. Così comincia ufficialmente la storia del bandito poeta Bachis Falconi. Assunto velocemente al rango di pericoloso e inafferrabile fuorilegge al pari dei vari Liandru, Tandeddu, Antonio Muscau, Giuseppe Gabriele Dettori (Liandreddu) e così via, con tanto di taglia sulla testa di ben un milione e duecentomila lire. A contribuire in larga parte alla mitizzazione del pastore fonnese furono senza dubbio le 120 ottave “in limba“ che lo stesso compose durante la latitanza, nelle quali professa in maniera appassionata e accorata la sua innocenza. Difficile non credergli, pur consapevoli della pericolosità di certe visioni romantiche del mondo malavitoso che spesso causano palesi distorsioni della verità e alimentano, in ambito popolare, la creazione di falsi miti. C“è da sottolineare poi, a sostegno della sensibilità del bandito Bachis Falconi, che ben 11 ottave del suo poemetto sono dedicate al povero Ferrandu, sua presunta vittima. Gli autori di questo bel volume, per amore dell“obiettività storica allegano, in coda al libro, copia originale delle relazioni delle forze dell“ordine e degli articoli pubblicati nei quotidiani locali dell“epoca che non furono certo teneri con il fonnese. |